07 agosto 2015

Cibo e fame emotiva

E' l'argomento più trattato degli ultimi anni, in libreria, in televisione, sui giornali, non si fa altro che parlare di cibo. Esaltato come arte sublime, manipolato, trasformato, vivisezionato e poi messo sotto accusa. Il cibo e la cucina sono la gioia ed il dolore dei nostri tempi. Avremmo nelle nostre mani il potere di tenerci in salute solo attraverso una corretta alimentazione eppure in Europa i casi di obesità aumentano e l'Italia è ai primi posti, triste primato di una nazione che vanta una cultura culinaria tra le migliori al mondo. In America, dove da sempre regna il trash food lady Obama si è fatta paladina di una campagna contro la cattiva alimentazione e contro l'obesità, lo stesso fece, con non pochi problemi, il cuoco inglese Jamie Oliver. Ma siamo ben lontani, nonostante la controtendenza attuale capitanata da salutisti, vegetariani e vegani, dal concepire nel nostro quotidiano una sana alimentazione. L'Ayurveda potrebbe in questo essere come sempre di aiuto, nessuna rinuncia, nessun privazione, se non legata al cibo non idoneo per la nostra costituzione. Scelte alimentari non fuorviate dalla fame emotiva, dall'errore dell'intelletto; un ritrovato equilibrio che ci porti inequivocabilmente alle giuste scelte, in questo ho ritrovato interessanti alcuni frasi del libro del famoso medico indiano Deepak Chopra, il Super Cibo, indaga nel rapporto direttamente proporzionale tra carenze emotive ed aumento di peso, lavora sulla ricerca dell'equilibrio, punto cardine della definizione ayurvedica di salute, il duro percorso dell'autoaccettazione e la motivazione salutare come molla per cambiare prima una poi tutte le cattive abitudini quotidiane, un trainer cartaceo da far nostro amico per guadagnare quel peso ideale che non rappresenti noi solo in veste di forma fisica, ma che ci avvicini sempre più ad uno stato di salute portatore di longevità. Ci ricorda cosa vuol dire mangiare con consapevolezza, con l'attenzione verso ciò che c'è nel piatto, non mangiare per abitudine o con distrazione, in fondo ciò che mangiamo diverrà parte di noi. E' una grossa trasformazione che parte dalla formazione, prima della persona e poi di come si approccia al cibo. 
Quando si viene visitati da un medico ayurvedico o da un vaidya, dopo aver oscultato il polso, viene redatto una sorta di vademecum che include routine quotidiana, alimentazione, integrazione naturale, attività come lo yoga e/o pranayama e la meditazione, poi questo foglio viene consegnato al cliente, un gesto molto più che simbolico, il cambiamento è nelle nostre mani e siamo quindi oltre che clienti o pazienti i veri attori di questo cambiamento!

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